Il primo verdetto

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“Frammenti di adenocarcinoma ben differenziato del grosso intestino e tessuto di granulazione corrispondente a fondo di ulcera” questo è quanto ripportato nel referto della biopsia.
Il nome di per sé non ispira tenerezza o fiducia. Adenocarcinoma. Anzi direi un pò di antipatia, come quasi tutti i doppi nomi sembra che ti vogliono dire “te chi sei? Sei solo uno Stefano, Roberto, Vittorio; io invece sono Pierluigi, Gianfranco, Gianluca quindi sono di piú di te”. E’ una condizione di opulenza talmente grossa che tracima pure nel nome: due invece che uno! In effetti non ho mai conosciuto qualcuno che, nato in periferia o in borgata, si chiami Piersilvio.
Adenocarcinoma. Cosa significa lo so, o penso di averlo capito cercando su Google leggendo su Wikipedia, insomma attingendo alle fonti universali penso che un tumore è di sicuro, non è detto che sia in uno stato molto avanzato e non è detto che se ne sia andato in giro.
Comunque l’intruso mi ricorda la sua presenza dopo ogni volta che mangio qualcosa. Un pò di mal di pancia e sensazione di andare al bagno me le devo sorbire sempre. Non so dire se pian piano che viene identificato l’intruso anche i sintomi si rendono riconoscibili o se è solo la suggestione dovuta alle letture che ho fatto che mi fa ricondurre qualsiasi sensazione ad un sintomo che ho letto.
Sicuramente non consiglio a chi è suggestionabile di approfondire più di tanto la sua conoscenza teorica. Per me il discorso è diverso e innato, sono curioso di mio. Aveva ragione l’ingegnere Martinozzi, il mio primi datore di lavoro, quando mi disse che io mi sarei sempre trovato male in grandi aziende perchè non mi averebbero permesso di capire tutto. In effetti sono convinto che anche in punto di sepoltura avrei qualche domanda da fare ai becchini su come è fatta la cassa, che legno hanno usato e perché è tagliata cosí eccetera, eccetera.
Adenocarcinoma. E ora che faccio? O meglio io non ho nulla da fare se non aspettare l’operazione di Lunedì dove con mano certosina il chirurgo sfratterà l’intruso. Ma come lo dico agli altri? Parenti, amici, colleghi tutti quelli che, saputo l’esito ospedaliero del mio contrrollo, si sono scossi o incupiti. Chi glielo dice che è un tumore? In teoria dovrei essere io quello cupo o colpito dalla notizia e bisognoso di attenzioni (ma non ne volgio mai troppe…). Mentre io mi sto godendo questo periodo di inattività quasi come se fosse una vacanza…… 20110519-165912.jpg

“Frammenti di adenocarcinoma ben differenziato del grosso intestino e tessuto di granulazione corrispondente a fondo di ulcera” questo è quanto ripportato nel referto della biopsia.
Il nome di per sé non ispira tenerezza o fiducia. Adenocarcinoma. Anzi direi un pò di antipatia, come quasi tutti i doppi nomi sembra che ti vogliono dire “te chi sei? Sei solo uno Stefano, Roberto, Vittorio; io invece sono Pierluigi, Gianfranco, Gianluca quindi sono di piú di te”. E’ una condizione di opulenza talmente grossa che tracima pure nel nome: due invece che uno! In effetti non ho mai conosciuto qualcuno che, nato in periferia o in borgata, si chiami Piersilvio.
Adenocarcinoma. Cosa significa lo so, o penso di averlo capito cercando su Google leggendo su Wikipedia, insomma attingendo alle fonti universali penso che un tumore è di sicuro, non è detto che sia in uno stato molto avanzato e non è detto che se ne sia andato in giro.
Comunque l’intruso mi ricorda la sua presenza dopo ogni volta che mangio qualcosa. Un pò di mal di pancia e sensazione di andare al bagno me le devo sorbire sempre. Non so dire se pian piano che viene identificato l’intruso anche i sintomi si rendono riconoscibili o se è solo la suggestione dovuta alle letture che ho fatto che mi fa ricondurre qualsiasi sensazione ad un sintomo che ho letto.
Sicuramente non consiglio a chi è suggestionabile di approfondire più di tanto la sua conoscenza teorica. Per me il discorso è diverso e innato, sono curioso di mio. Aveva ragione l’ingegnere Martinozzi, il mio primi datore di lavoro, quando mi disse che io mi sarei sempre trovato male in grandi aziende perchè non mi averebbero permesso di capire tutto. In effetti sono convinto che anche in punto di sepoltura avrei qualche domanda da fare ai becchini su come è fatta la cassa, che legno hanno usato e perché è tagliata cosí eccetera, eccetera.
Adenocarcinoma. E ora che faccio? O meglio io non ho nulla da fare se non aspettare l’operazione di Lunedì dove con mano certosina il chirurgo sfratterà l’intruso. Ma come lo dico agli altri? Parenti, amici, colleghi tutti quelli che, saputo l’esito ospedaliero del mio contrrollo, si sono scossi o incupiti. Chi glielo dice che è un tumore? In teoria dovrei essere io quello cupo o colpito dalla notizia e bisognoso di attenzioni (ma non ne volgio mai troppe…). Mentre io mi sto godendo questo periodo di inattività quasi come se fosse una vacanza……

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