Fatigue, stanchezza e la mia cantina

Oggi vado decisamente meglio: sono stanco morto! E’ si sembra strano, con questo ciclo ho sperimentato la differenza tra fatica (fatigue come viene chiamata nei testi che ho letto relativi alla chemio) e stanchezza.

Nei primi giorni del ciclo, anzi fin’ora puntuale al secondo giorno, si presenta la fatica. E’ una sensazione strana, il fisico non è stanco e nemmeno la mente, ma qualsiasi attività o azione diventano pesanti e fisicamente concrete. Per tutti noi, o forse in questo periodo e meglio dire per tutti voi, alcune azioni non esistono, nel senso che on ci pensiamo e non le consideriamo. Per bere solleviamo un bicchiere, ma è un’azione che non si percepisce tra lo spazio del desiderio di bere e la sensazione del liquido in bocca. Bene, se uno ha la fatigue improvvisamente, percepisce il peso del bicchiere e sente lo sforzo fatto dal braccio per contrastare la sua forza di gravità; a questa percezione si aggiunge quella di “sentire” l’energia che si impiega e che ti abbandona nell’azione.

La fatica quindi diventa l’improvvisa consapevolezza di quanta energia uso per qualsiasi cosa e la percezione del fatto che ogni minimo impiego deve essere recuperato e non và sciupato. Da ieri sera la fatigue ha iniziato a diminuire. La distanza tra il desiderio di fare una cosa ed il risultato si è accorciata svuotandosi della nuova percezione. In queste condizioni l’unica cosa che mi và di fare è stare coricato e dormire.

Ma ora ho dificoltà ad addormemtarmi. A letto, ieri sera, mi sentivo un fascio di nervi, agitato e non riuscivo a prendere sonno. Improvvisamente mi sono reso conto che avevo i muscoli delle gambe, della schiena, del sedere e anche della faccia contratti; stavo facendo uno sforzo fisico inutile e non deciso da me. Mi sono rilassato, ho focalizzato ciascun muscolo contraendolo un po’ di piu’ e rilasciandolo, così da rilassare tutto il corpo: operazione perfetta, quasi da santone che medita! In queste condizioni mi sono abbandonato per prender sonno.

Dopo un po’ ancora non mi addormentavo, stavo pensando a cosa fare oggi se avessi avuto le forze aspettando l’arrivo del sonno. Ma niente non arrivava, anzi mi sono reso conto che ero nuovamente tutto teso, i muscoli per conto loro dopo il rilassamento si sono contratti nuovamente! Era come se, dopo la fatigue i muscoli si siano ripresi e con vita autonoma si fossero messi a sperimentare la loro ritrovata mobilità.

Questa altalena è durata un po’ fino a quando, per stanchezza, loro ed io siamo sprofondati nel sonno. Quindi ho capito nettamente la differenza tra la fatica e la stanchezza.
La prima si manifesta fin da prima di un’azione, scoraggia l’intenzione di compierla e porta con se lo sconforto di non riuscire a portarla a termine se non con un dispendio enorme. La stanchezza ha un’effetto identico, ma porta con se la giustificazione che si è accumulata per delle attività già fatte nel passato.

In altre parole se non riesco a mettere a posto la cantina perché ieri ho giocato per 4 ore a calcietto è stanchezza. Se la cantina non la sistemo perché mi sembra uno sforzo fuori dalla mia portata è fatigue.

Tutto ciò a prescindere dalla volontà di fare o meno questa attività: infatti terapia o meno, fatigue o stanchezza, sono circa tre anni che devo mettere a posto la cantina.

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Oggi vado decisamente meglio: sono stanco morto! E’ si sembra strano, con questo ciclo ho sperimentato la differenza tra fatica (fatigue come viene chiamata nei testi che ho letto relativi alla chemio) e stanchezza.

Nei primi giorni del ciclo, anzi fin’ora puntuale al secondo giorno, si presenta la fatica. E’ una sensazione strana, il fisico non è stanco e nemmeno la mente, ma qualsiasi attività o azione diventano pesanti e fisicamente concrete. Per tutti noi, o forse in questo periodo e meglio dire per tutti voi, alcune azioni non esistono, nel senso che on ci pensiamo e non le consideriamo. Per bere solleviamo un bicchiere, ma è un’azione che non si percepisce tra lo spazio del desiderio di bere e la sensazione del liquido in bocca. Bene, se uno ha la fatigue improvvisamente, percepisce il peso del bicchiere e sente lo sforzo fatto dal braccio per contrastare la sua forza di gravità; a questa percezione si aggiunge quella di “sentire” l’energia che si impiega e che ti abbandona nell’azione.

La fatica quindi diventa l’improvvisa consapevolezza di quanta energia uso per qualsiasi cosa e la percezione del fatto che ogni minimo impiego deve essere recuperato e non và sciupato. Da ieri sera la fatigue ha iniziato a diminuire. La distanza tra il desiderio di fare una cosa ed il risultato si è accorciata svuotandosi della nuova percezione. In queste condizioni l’unica cosa che mi và di fare è stare coricato e dormire.

Ma ora ho dificoltà ad addormemtarmi. A letto, ieri sera, mi sentivo un fascio di nervi, agitato e non riuscivo a prendere sonno. Improvvisamente mi sono reso conto che avevo i muscoli delle gambe, della schiena, del sedere e anche della faccia contratti; stavo facendo uno sforzo fisico inutile e non deciso da me. Mi sono rilassato, ho focalizzato ciascun muscolo contraendolo un po’ di piu’ e rilasciandolo, così da rilassare tutto il corpo: operazione perfetta, quasi da santone che medita! In queste condizioni mi sono abbandonato per prender sonno.

Dopo un po’ ancora non mi addormentavo, stavo pensando a cosa fare oggi se avessi avuto le forze aspettando l’arrivo del sonno. Ma niente non arrivava, anzi mi sono reso conto che ero nuovamente tutto teso, i muscoli per conto loro dopo il rilassamento si sono contratti nuovamente! Era come se, dopo la fatigue i muscoli si siano ripresi e con vita autonoma si fossero messi a sperimentare la loro ritrovata mobilità.

Questa altalena è durata un po’ fino a quando, per stanchezza, loro ed io siamo sprofondati nel sonno. Quindi ho capito nettamente la differenza tra la fatica e la stanchezza.
La prima si manifesta fin da prima di un’azione, scoraggia l’intenzione di compierla e porta con se lo sconforto di non riuscire a portarla a termine se non con un dispendio enorme. La stanchezza ha un’effetto identico, ma porta con se la giustificazione che si è accumulata per delle attività già fatte nel passato.

In altre parole se non riesco a mettere a posto la cantina perché ieri ho giocato per 4 ore a calcietto è stanchezza. Se la cantina non la sistemo perché mi sembra uno sforzo fuori dalla mia portata è fatigue.

Tutto ciò a prescindere dalla volontà di fare o meno questa attività: infatti terapia o meno, fatigue o stanchezza, sono circa tre anni che devo mettere a posto la cantina.

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