Pompei crolla, ma lo spettacolo continua

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La racconto come una favola, quindi devo far tornare qualcosa. I fatti sono romanzati, ma i link sono terribilmente veri…….. Se avete tempo è un percorso informativo singolare. Mi raccomando se non volete leggere tutto il post guardatevi il filmato di 3 minuti, non c’entra nulla con la favola, ma fa riflettere!
Pompei era il posto dove si trovavano tante antichità, testimoni della vita di circa 2000 anni prima. Più del tempo, l’indifferenza e la noncuranza della Nazione in cui si trovavano, le stavano mandando in rovina. Testimoni di culture passate e radici della cultura presente, il destino le aveva affidate a dei Nobili governatori che andavano in giro a dire “con la cultura non si mangia”. Alcuni cittadini si scandalizzavano. Altri, che non vivevano li vicino, dicevano che era colpa di chi ci abitava intorno, si faceva mantenere con i soldi che il governo gli mandava e non concludeva nulla quindi dovevano mandar loro meno soldi. Ma tutti, dopo le loro considerazioni, tornavamo a fare quello che facevano di solito: badavano ai fatti loro. Intanto crollavano dei pezzi di queste antichità ogni volta che veniva giù qualche goccia di pioggia più del normale. D’altronde erano tempi in cui un po’ d’acqua in più, o qualche fiocco di neve caduto dove di solito non cadeva, facevano paralizzare masse di persone per giorni. Intanto i governanti si chiedevano perplessi cosa fare e, cosa ritenuta più importante, a chi si poteva attribuire la colpa. Serviva per dimostrare che la loro inattività era, comunque, incolpevole.

Ma questa situazione non poteva continuare così a lungo. I popoli degli altri paesi, che invidiavano questa nazione per i suoi tesori antichi, iniziavano a scuotere il capo. I Nobili governanti si dissero allora che dovevano mostrar loro di far qualcosa. Per risolvere la situazione fecero una cosa molto in uso allora: nominarono apposta un Nobile Conte Archeologo e loro chiamarono “Commissario Straordinario del Sito Archeologico”. Nessuno lo disse, ma in cuor loro i Nobili governanti furono molto contenti. Infatti la particolarità del Nobile Conte gli permetteva di spendere i soldi per questi motivi straordinari senza troppe spiegazioni, e poi se qualcosa andava storto potevano sempre far ricadere su di lui la colpa. Il Nobile Commissario iniziò subito il suo lavoro, armato dello stesso entusiasmo con cui si era impegnato in altre attività simili.

In quei tempi un’altro Nobile Conte dello Spettacolo era stato nominato anche lui “Commissario”. Era il Nobile Conte di un’altro posto un po’ meno antico, ma non per questo meno invidiato dai popolo vicini, con il nome di un cibo che piaceva molto ai bambini: le patatine S.Carlo. Nome a parte, il posto era famoso perchè ci si tenevano degli spettacoli tanto belli che venivano a vederli da lontano, anche le persone delle Nazioni vicine ed invidiose. Questo posto veniva chiamato Teatro.
Ora il Nobile Conte dello Spettacolo si mise d’accordo, con il Nobile Conte Archeologo, per fare degli spettacoli in mezzo alle antichità. Voi direte, ma se il Nobile Conte dello Spettacolo aveva un Teatro ed il Nobile Conte Archeologo doveva sistemare le antichità che bisogno c’era di fare gli spettacoli in mezzo alle antichità? Perchè tra le antichità c’era un posto chiamato Teatro Grande ed anche lì, circa duemila anni prima, ci si tenevano degli spettacoli.
In tempi normali sarebbe stato di sicuro una cosa suggestiva e, comunque accresceva l’invidia dei popoli vicini che non avevano queste possibilità. Però in una situazione di emergenza come quella non c’erano soldi disponibili. Allora il Nobile Conte Archeologo con i suoi poteri straordinari decise di affidare l’incarico di allestire il Teatro Grande per lo spettacolo ad una Gilda di artigiani dal nome Cacace srl. Srl significava che la Gilda aveva una responsabilità limitata; ossia se avesse fatto imbrogli, danni o pasticci e non aveva nessuna copertura assicurativa, poteva rifondere i danneggiati solo con i talleri (la moneta di allora) che avevano messo i membri della Gilda quando l’avevano fondata; questo patrimonio poteva essere di qualsiasi valore, però visto che, per legge, il minimo era di 10.000 talleri tutti mettevano (e rischiavano) il minimo. Ora perché tutti quei tesori antichi dovessero essere affidati ad una società che, per definizione, aveva un responsabilità limitata, invece che ad altre più grandi e con esperienza, nessuno venne a chiederlo proprio perché il Nobile Archeologo aveva dei poteri straordinari. Assegnò più di 11 milioni di talleri alla Gilda per ristrutturare il Teatro Grande, ma anche per montare e smontare le impalcature dello spettacolo che fu, appunto, spettacolare. Quindi i due Nobili Conti si potevano vantare di quello che avevano fatto ed erano contenti. Gli altri Nobili colpiti dai successi diedero ulteriori incarichi ai due Nobili Conti. Altre Gilde poterono lavorare ed erano contente, anche se un po’ di soldi dei lavori che facevano li davano indietro ai Nobili che li avevano commissionati. Qualche cittadino poteva lavorare nelle Gilde e, anche se siaccorgeva di qualcosa badava ai fatti suoi.
Ma continuando a lavorare così, in due anni, il Nobile Conte Archeologo riuscì a spendere 79 milioni di talleri, ma di questi ne impiegò proprio pochi per le antichità.

Per quanto quelli erano periodi dove i governanti facevano quello che gli andava di fare ed i cittadini si occupavano ciascuno dei fatti propri, la cosa diventò troppo evidente. Un importante Poliziotto dei Magnifici, che a quei tempi per comodità veniva chiamato PM, passò una domenica con la sua famiglia da quelle parti. Sua figlia gli chiese “perché tutti questi pezzi antichi sono lasciati così allo sfacelo? Non ci pensa nessuno a sistemarli e proteggerli?”, “Certo”, le rispose il padre, “c’è un Nobile Conte che sta facendo proprio questo”. Ma in cuor suo anche lui, come tutti i visitatori del posto antico, pensò che era troppo lasciato alla malora. Così il giorno dopo si informò su quanti talleri avessero dato al Nobile Conte per proteggere le antichità e, saputa la cifra, indagò scoprendo che il Nobile Conte quei soldi li aveva sperperati per molte cose, ma quasi mai per proteggere le antichità.

Visita Marcello Fiori  SOR 0010

Un Nobile Commissario Archeologo di quei tempi

Allora emanò un editto in cui si diceva che si arrestava il Capo della Gilda ed alcuni suoi collaboratori e che la Gilda non avrebbe potuto più lavorare per nessun Nobile. Il Nobile Conte Archeologo già non faceva più quel lavoro, ma non gli furono nemmeno tolti gli altri incarichi che aveva. In fondo anche il Poliziotto dei Magnifici era un Nobile e non poteva andare subito così contro ad un’altro Nobile. Quindi all’inizio solo i membri della Gilda ci rimisero, anche se tutti si immaginavano che i soldi presi dalla Gilda fossero andati un po’ anche ai due Nobili.

Come finì questa storia non si sa. Si pensa che a quei tempi la documentazione di queste cose venisse archiviata in fasi: i documenti dell’inizio delle indagini erano messi tutti in un archivio, mentre quelli relativi alla fine delle indagini tutti in un’altro. Deve essere successo un disastro od una calamità che ha distrutto il secondo archivio. Solo così è possibile spiegare il perché, di quegli anni passati alla Storia come gli “anni illogici”, non si sa nulla di come finissero queste indagini. Evidentemente sono giunti a noi solo i documenti del primo archivio.
La racconto come una favola, quindi devo far tornare qualcosa. I fatti sono romanzati, ma i link sono terribilmente veri…….. Se avete tempo è un percorso informativo singolare. Mi raccomando se non volete leggere tutto il post guardatevi il filmato di 3 minuti, non c’entra nulla con la favola, ma fa riflettere!
Pompei era il posto dove si trovavano tante antichità, testimoni della vita di circa 2000 anni prima. Più del tempo, l’indifferenza e la noncuranza della Nazione in cui si trovavano, le stavano mandando in rovina. Testimoni di culture passate e radici della cultura presente, il destino le aveva affidate a dei Nobili governatori che andavano in giro a dire “con la cultura non si mangia”. Alcuni cittadini si scandalizzavano. Altri, che non vivevano li vicino, dicevano che era colpa di chi ci abitava intorno, si faceva mantenere con i soldi che il governo gli mandava e non concludeva nulla quindi dovevano mandar loro meno soldi. Ma tutti, dopo le loro considerazioni, tornavamo a fare quello che facevano di solito: badavano ai fatti loro. Intanto crollavano dei pezzi di queste antichità ogni volta che veniva giù qualche goccia di pioggia più del normale. D’altronde erano tempi in cui un po’ d’acqua in più, o qualche fiocco di neve caduto dove di solito non cadeva, facevano paralizzare masse di persone per giorni. Intanto i governanti si chiedevano perplessi cosa fare e, cosa ritenuta più importante, a chi si poteva attribuire la colpa. Serviva per dimostrare che la loro inattività era, comunque, incolpevole.

Ma questa situazione non poteva continuare così a lungo. I popoli degli altri paesi, che invidiavano questa nazione per i suoi tesori antichi, iniziavano a scuotere il capo. I Nobili governanti si dissero allora che dovevano mostrar loro di far qualcosa. Per risolvere la situazione fecero una cosa molto in uso allora: nominarono apposta un Nobile Conte Archeologo e loro chiamarono “Commissario Straordinario del Sito Archeologico”. Nessuno lo disse, ma in cuor loro i Nobili governanti furono molto contenti. Infatti la particolarità del Nobile Conte gli permetteva di spendere i soldi per questi motivi straordinari senza troppe spiegazioni, e poi se qualcosa andava storto potevano sempre far ricadere su di lui la colpa. Il Nobile Commissario iniziò subito il suo lavoro, armato dello stesso entusiasmo con cui si era impegnato in altre attività simili.

In quei tempi un’altro Nobile Conte dello Spettacolo era stato nominato anche lui “Commissario”. Era il Nobile Conte di un’altro posto un po’ meno antico, ma non per questo meno invidiato dai popolo vicini, con il nome di un cibo che piaceva molto ai bambini: le patatine S.Carlo. Nome a parte, il posto era famoso perchè ci si tenevano degli spettacoli tanto belli che venivano a vederli da lontano, anche le persone delle Nazioni vicine ed invidiose. Questo posto veniva chiamato Teatro.
Ora il Nobile Conte dello Spettacolo si mise d’accordo, con il Nobile Conte Archeologo, per fare degli spettacoli in mezzo alle antichità. Voi direte, ma se il Nobile Conte dello Spettacolo aveva un Teatro ed il Nobile Conte Archeologo doveva sistemare le antichità che bisogno c’era di fare gli spettacoli in mezzo alle antichità? Perchè tra le antichità c’era un posto chiamato Teatro Grande ed anche lì, circa duemila anni prima, ci si tenevano degli spettacoli.
In tempi normali sarebbe stato di sicuro una cosa suggestiva e, comunque accresceva l’invidia dei popoli vicini che non avevano queste possibilità. Però in una situazione di emergenza come quella non c’erano soldi disponibili. Allora il Nobile Conte Archeologo con i suoi poteri straordinari decise di affidare l’incarico di allestire il Teatro Grande per lo spettacolo ad una Gilda di artigiani dal nome Cacace srl. Srl significava che la Gilda aveva una responsabilità limitata; ossia se avesse fatto imbrogli, danni o pasticci e non aveva nessuna copertura assicurativa, poteva rifondere i danneggiati solo con i talleri (la moneta di allora) che avevano messo i membri della Gilda quando l’avevano fondata; questo patrimonio poteva essere di qualsiasi valore, però visto che, per legge, il minimo era di 10.000 talleri tutti mettevano (e rischiavano) il minimo. Ora perché tutti quei tesori antichi dovessero essere affidati ad una società che, per definizione, aveva un responsabilità limitata, invece che ad altre più grandi e con esperienza, nessuno venne a chiederlo proprio perché il Nobile Archeologo aveva dei poteri straordinari. Assegnò più di 11 milioni di talleri alla Gilda per ristrutturare il Teatro Grande, ma anche per montare e smontare le impalcature dello spettacolo che fu, appunto, spettacolare. Quindi i due Nobili Conti si potevano vantare di quello che avevano fatto ed erano contenti. Gli altri Nobili colpiti dai successi diedero ulteriori incarichi ai due Nobili Conti. Altre Gilde poterono lavorare ed erano contente, anche se un po’ di soldi dei lavori che facevano li davano indietro ai Nobili che li avevano commissionati. Qualche cittadino poteva lavorare nelle Gilde e, anche se siaccorgeva di qualcosa badava ai fatti suoi.
Ma continuando a lavorare così, in due anni, il Nobile Conte Archeologo riuscì a spendere 79 milioni di talleri, ma di questi ne impiegò proprio pochi per le antichità.

Per quanto quelli erano periodi dove i governanti facevano quello che gli andava di fare ed i cittadini si occupavano ciascuno dei fatti propri, la cosa diventò troppo evidente. Un importante Poliziotto dei Magnifici, che a quei tempi per comodità veniva chiamato PM, passò una domenica con la sua famiglia da quelle parti. Sua figlia gli chiese “perché tutti questi pezzi antichi sono lasciati così allo sfacelo? Non ci pensa nessuno a sistemarli e proteggerli?”, “Certo”, le rispose il padre, “c’è un Nobile Conte che sta facendo proprio questo”. Ma in cuor suo anche lui, come tutti i visitatori del posto antico, pensò che era troppo lasciato alla malora. Così il giorno dopo si informò su quanti talleri avessero dato al Nobile Conte per proteggere le antichità e, saputa la cifra, indagò scoprendo che il Nobile Conte quei soldi li aveva sperperati per molte cose, ma quasi mai per proteggere le antichità.

Visita Marcello Fiori  SOR 0010

Un Nobile Commissario Archeologo di quei tempi

Allora emanò un editto in cui si diceva che si arrestava il Capo della Gilda ed alcuni suoi collaboratori e che la Gilda non avrebbe potuto più lavorare per nessun Nobile. Il Nobile Conte Archeologo già non faceva più quel lavoro, ma non gli furono nemmeno tolti gli altri incarichi che aveva. In fondo anche il Poliziotto dei Magnifici era un Nobile e non poteva andare subito così contro ad un’altro Nobile. Quindi all’inizio solo i membri della Gilda ci rimisero, anche se tutti si immaginavano che i soldi presi dalla Gilda fossero andati un po’ anche ai due Nobili.

Come finì questa storia non si sa. Si pensa che a quei tempi la documentazione di queste cose venisse archiviata in fasi: i documenti dell’inizio delle indagini erano messi tutti in un archivio, mentre quelli relativi alla fine delle indagini tutti in un’altro. Deve essere successo un disastro od una calamità che ha distrutto il secondo archivio. Solo così è possibile spiegare il perché, di quegli anni passati alla Storia come gli “anni illogici”, non si sa nulla di come finissero queste indagini. Evidentemente sono giunti a noi solo i documenti del primo archivio.

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