L’inglese lo conosco poco, ma l’Italiano lo capisco abbastanza

Oggi inizio un piccolo viaggio da solo. In due giorni arriverò in Francia in una località di montagna subito dopo il confine Piemontese. Quindi, vestito e carico di bagagli come un turista sono uscito di casa alle otto passando per metro, attese, stazioni, banchine. Tutti posti molto frequentati, soprattuto in questo periodo da turisti, spesso stranieri. Si riconoscono, oltre che per il loro abbigliamento e l’attrezzatura, per il modo con cui camminano e guardano in giro. Il turista è in vacanza ed è in un luogo nuovo, quindi cammina non per spostarsi, come fanno i lavoratori nel tragitto casa-ufficio, ma in modo funzionale per vedere il posto che lo circonda, per raccogliere tutte quelle informazioni visive che gli servono per orientarsi. Ne consegue che lo sguardo é diverso. Alla ricerca di un indizio o di un riferimento, per trovare l’indicazione, la direzione o per vedere particolarità e bellezze del posto.
Questa differenza è ben conosciuta da ladruncoli e borseggiatori che sanno subito individuare l’oggetto delle loro attenzioni.
Ed oggi anche io sono sceso in metropolitana con l’atteggiamento del turista. Però io, da turista in patria, non potevo non notare segni e particolari italici, che sfuggono al turista autentico. Si, perché al di là della lingua, ci sono comunicazioni in gesti e segni che solo l’esperienza di un nativo permette di distinguere ed interpretare per quello che sono.

20130720-115959.jpg Esco di casa e mi dirigo verso la stazione. In una via entrambe i marciapiedi sono impraticabili perché ci sono dei lavori di ripavimentazione. Fatti bene, scavi profondi eliminano gli avvallamenti e le buche, ampliano gli accessi alle fogne, sistemano ed aumentano gli spazi dedicati agli alberi esistenti e nuovi. Da poco prima delle elezioni per il sindaco sono iniziati questi lavori che, strada, per strada, trasformano in praticabili quei marciapiedi che da più di dieci anni erano trappole per anziani. La mia vicina di casa é solo una dei tanti che ho visto cadere che, dopo essersi rotta il femore, ha chiesto un risarcimento al Comune e si é vista concludere il procedimento giudiziaro con una sentenza che motivava il nulla di fatto dicendo che “lei doveva essere più attenta a dove metteva i piedi”. Quindi a parte le passate esperienza qualcosa sta cambiando. Mentre vedevo i tre operai al lavoro mi é venuto in mente un articolo dove si descriveva il modo in cui in Cina hanno costruito una strada di 200 km in due settimane. Con 2000 operai divisi in squadre su 200 camion attrezzati si posizionavano sul tracciato ed ogni giorno una squadra completava 150 metri di strada. Nel mio quartiere, prima passano a chiudere una strada con il nastro rosso e bianco che segnala il cantiere, dopo circa una settimana installano il gabinetto mobile di legge e in circa un mese terminano tutti i lavori restituendo il marciapiede di un isolato nuovo ed alberato.

20130720-115719.jpg Scendo in metropolitana e trovo delle transenne che, da una parte limitano il passaggio ai passeggeri, e dall’altra formano una specie di gabbia come quelle per gli animali, dove all’interno ci lavora un operaio, lentamente, con le stesse movenze degli orsi bianchi allo zoo quando di estate soffrono il caldo. La nuova stazione della metro, appena aperta al pubblico, il giorno della prima pioggia rivelò quanto scivolosa e pericolosa fosse la pavimentazione appena fatta. Chissà con quale competenza, impegno e professionalitá gli architetti e i progettisti avranno scelto i materiali. Fatto sta che, arrivate le prime piogge dell’autunno il pavimento ricordava di più uno scivolo dell’Acquafan piuttosto che l’ingrasso della metro. Quindi apparvero le caratteristiche transenne e ci fu un intervento risolutivo: con un macchinario grattarono in modo irregolare il rivestimento appena posato. Si, si lo grattarono e in alcuni punti risaltava il grigio del cemento con sfumature crescenti del rosso del materiale di rivestimento. Bene oggi nella gabbia di transenne c’era un posatore che spalmava con cura ed attenzione, il nuovo rivestimento attorno alle luci incassate nel percorso pedonale. Evidentemente non aveva rivestito le luci con carta o plastica protettiva per evidenziare la sua abilità. Infatti ora, contando gli sbaffi del nuovo rivestimento rosso rimaste sulle lampade, si avrà memoria della sua destrezza come con una votazione dei giudici olimpici per la prestazione di un atleta.

Arrivato alla Stazione Tiburtina mi colpiscono subito gli inservienti delle Ferrovie disponibili per informazioni. Non é ironia, sono per lo più dei ragazzi gentili e ben disposti che si avvicinano ai turisti (anche loro hanno occhio a me non hanno chiesto nulla) per dare informazioni. Ad alcuni sono rimasto vicino per ascoltarli e, spesso, in un inglese sintetico, ma non improvvisato guidavano i disorientati di turno verso il binario o la biglietteria appropriati.
20130720-120146.jpg Devo dire che ho notato anche una porta chiusa con un nastro dove era scritto “luogo sottoposto a sequestro per procedimento penale” su due cartelli, forse per dare più solennità all’avvertimento. Ma l’ho notato di sfuggita perché mi sono diretto in bagno. L’ho trovato facilmente grazie alle indicazioni ed al carrello dell’inserviente delle pulizie che stazionava fuori. Sono entrato ed ho approfittato del posto, all’uscita il carrello era andato, forse a lasciare pulito allo stesso modo un’altro bagno. Unica nota stonata, la mancanza di qualsiasi dispositivo o distributore di fazzoletti che permettesse di asciugarsi le mani.

20130720-120840.jpg Invece una cosa curiosa era il telefonino, non proprio di ultima generazione e con dei pezzi attaccati con lo scotch, lasciato per terra nel corridoio appeso al suo alimentatore per ricaricarsi.

Finalmente sono partito sul treno verso il nord. Anche qui, benché io sia da molto un frequentatore dei treni, ho scoperto delle novità. Un lavoratore delle ferrovie percorre il treno per pulire e togliere eventuali segni di passeggeri ineducati o distratti.Oggi inizio un piccolo viaggio da solo. In due giorni arriverò in Francia in una località di montagna subito dopo il confine Piemontese. Quindi, vestito e carico di bagagli come un turista sono uscito di casa alle otto passando per metro, attese, stazioni, banchine. Tutti posti molto frequentati, soprattuto in questo periodo, da molti turisti spesso stranieri. Si riconoscono, oltre che per il loro abbigliamento ed attrezzatura, per il modo con cui camminano e guardano in giro. Il turista è in vacanza ed è in un luogo nuovo, quindi cammina non per spostarsi, come fanno i lavoratori nel tragittò casa-ufficio, ma in modo funzionale a vedere il posto che lo circonda, a raccogliere tutte quelle informazioni visive che gli servono per orientarsi. Ne consegue che lo sguardo é diverso. Alla ricerca di un indizio o di un riferimento, per trovare l’indicazione, la direzione o per vedere particolarità e bellezze del posto.
Questa differenza è ben conosciuta da ladruncoli e borseggiatori che sanno subito individuare l’oggetto delle loro attenzioni.
Ed oggi anche io sono sceso in metropolitana con l’atteggiamento del turista. Però io, da turista in patria, non potevo non notare segni e particolari italici, che sfuggono al turista autentico. Si, perché al di là della lingua, ci sono comunicazioni in gesti e segni che solo l’esperienza di un nativo permette di distinguere ed interpretare per quello che sono.

20130720-115959.jpg Esco di casa e mi dirigo verso la stazione. In una via entrambe i marciapiedi sono impraticabili perché ci sono dei lavori di ripavimentazione. Fatti bene, scavi profondi eliminano gli avvallamenti e le buche, ampliano gli accessi alle fogne, sistemano ed aumentano gli spazi dedicati agli alberi esistenti e nuovi. Da poco prima delle elezioni per il sindaco sono iniziati questi lavori che, strada, per strada, trasformano in praticabili quei marciapiedi che da più di dieci anni erano trappole per anziani. La mia vicina di casa é solo una dei tanti che ho visto cadere che, dopo essersi rotta il femore, ha chiesto un risarcimento al Comune e si é vista concludere il procedimento giudiziaro con una sentenza che motivava il nulla di fatto dicendo che “lei doveva essere più attenta a dove metteva i piedi”. Quindi a parte le passate esperienza qualcosa sta cambiando. Mentre vedevo i tre operai al lavoro mi é venuto in mente un articolo dove si descriveva il modo in cui in Cina hanno costruito una strada di 200 km in due settimane. Con 2000 operai divisi in squadre su 200 camion attrezzati si posizionavano sul tracciato ed ogni giorno una squadra completava 150 metri di strada. Nel mio quartiere, prima passano a chiudere una strada con il nastro rosso e bianco che segnala il cantiere, dopo circa una settimana installano il gabinetto mobile di legge e in circa un mese terminano tutti i lavori restituendo il marciapiede di un isolato nuovo ed alberato.

20130720-115719.jpg Scendo in metropolitana e trovo delle transenne che, da una parte limitano il passaggio ai passeggeri, e dall’altra formano una specie di gabbia come quelle per gli animali, dove all’interno ci lavora un operaio, lentamente, con le stesse movenze degli orsi bianchi allo zoo quando di estate soffrono il caldo. La nuova stazione della metro, appena aperta al pubblico, il giorno della prima pioggia rivelò quanto scivolosa e pericolosa fosse la pavimentazione appena fatta. Chissà con quale competenza, impegno e professionalitá gli architetti e i progettisti avranno scelto i materiali. Fatto sta che, arrivate le prime piogge dell’autunno il pavimento ricordava di più uno scivolo dell’Acquafan piuttosto che l’ingrasso della metro. Quindi apparvero le caratteristiche transenne e ci fu un intervento risolutivo: con un macchinario grattarono in modo irregolare il rivestimento appena posato. Si, si lo grattarono e in alcuni punti risaltava il grigio del cemento con sfumature crescenti del rosso del materiale di rivestimento. Bene oggi nella gabbia di transenne c’era un posatore che spalmava con cura ed attenzione, il nuovo rivestimento attorno alle luci incassate nel percorso pedonale. Evidentemente non aveva rivestito le luci con carta o plastica protettiva per evidenziare la sua abilità. Infatti ora, contando gli sbaffi del nuovo rivestimento rosso rimaste sulle lampade, si avrà memoria della sua destrezza come con una votazione dei giudici olimpici per la prestazione di un atleta.

Arrivato alla Stazione Tiburtina mi colpiscono subito gli inservienti delle Ferrovie disponibili per informazioni. Non é ironia, sono per lo più dei ragazzi gentili e ben disposti che si avvicinano ai turisti (anche loro hanno occhio a me non hanno chiesto nulla) per dare informazioni. Ad alcuni sono rimasto vicino per ascoltarli e, spesso, in un inglese sintetico, ma non improvvisato guidavano i disorientati di turno verso il binario o la biglietteria appropriati.
20130720-120146.jpg Devo dire che ho notato anche una porta chiusa con un nastro dove era scritto “luogo sottoposto a sequestro per procedimento penale” su due cartelli, forse per dare più solennità all’avvertimento. Ma l’ho notato di sfuggita perché mi sono diretto in bagno. L’ho trovato facilmente grazie alle indicazioni ed al carrello dell’inserviente delle pulizie che stazionava fuori. Sono entrato ed ho approfittato del posto, all’uscita il carrello era andato, forse a lasciare pulito allo stesso modo un’altro bagno. Unica nota stonata, la mancanza di qualsiasi dispositivo o distributore di fazzoletti che permettesse di asciugarsi le mani.
20130720-120840.jpg
Invece una cosa curiosa era il telefonino, non proprio di ultima generazione e con dei pezzi attaccati con lo scotch, lasciato per terra nel corridoio appeso al suo alimentatore per ricaricarsi.

Finalmente sono partito sul treno verso il nord. Anche qui, benché io sia da molto un frequentatore dei treni, ho scoperto delle novità. Un lavoratore delle ferrovie percorre il treno per pulire e togliere eventuali segni di passeggeri ineducati o distratti.

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