Vittorio Scrivo qui per me. Ho iniziato questo blog da quando, improvvisamente, la mia vita è stata catturata dal nuovo evento, ossia da quando ho scoperto di avere un tumore ed è iniziata un esistenza diversa. Ma scrivo per me, solo perché scrivere mi permette di stare meglio. Quindi non curo né lo stile né i contenuti, saró ripetitivo o noioso, ma non mi importa, scrivo per me. Certo se scrivo per me è un pò strano scrivere qui, in un posto dove tutti possono leggere. Ma non scrivo per essere letto e scrivere qui è più comodo, posso scrivere con qualsiasi cosa: con il telefono, con il PC o con altro. Inoltre non c’è rischio di perdermi quello che scrivo. Più volte ho scritto un diario, anzi ho iniziato a scrivere un diario, poi per pigrizia e per incostanza ho smesso. Non so più nemmeno dove sono finiti questi tentativi. Questo non è un diario, non ci sarò descritto io ne sarà una cronaca della mia vita. Alla fine forse anche questo diventerá un qualcosa iniziato ma senza una fine, però di certo quello che mi è capitato in un modo o nell’altro una sua fine l’avrà. Quindi c’è speranza. Poilocambio. E’ la sintesi di un modo di vivere che vedo sempre più diffondersi. Uomini, donne, ma anche ragazzi vivono in un orizzonte temporale sempre più breve dove le cose, gli impegni, i progetti si cercano di spostare verso il dopo o il domani, in modo da liberare il presente ed impegnarlo con cose più gratificanti, divertenti ed immediate. Conosco sempre più ragazzi che smettono di studiare verso i quattordici quindici anni, ma senza un motivo, o meglio, perchè non hanno un motivo per studiare, non gli và e basta. Poilocambio, ma se il poi il tempo non lo hai più? P.S. Le immagini, se non specificato esplicitamente, sono foto fatte da me. E ogni articolo, ogni pagina possono essere commentate liberamente.

2 thoughts on “Premessa

  1. Caro Vittorio,
    anche se scrivi per te, capita che qualcuno legga, e spero non ti scocci l’intrusione nella tua confabulazione.
    Sto leggendo un libro che potresti voler leggere anche tu (e chiunque ami campare sfruttando meglio le capacità e le incapacità che abbiamo).
    Si chiama “Thinking, Fast and Slow” ed è scritto da un premio Nobel per l’economia Daniel Kahneman (che lavorava con Amos Tversky) che ha fondato quella corrente di pensiero che sta alla base della “Economia Comportamentale” che ha smontato quella svista in voga negli anni 70 che sosteneva che le persone sono fondamentalmente razionali e fanno errori di giudizio solo quando si lasciano influenzare dalle emozioni. Oggi autori come Kahneman, Damasio etc. hanno messo una lapide su questa visione primitiva (maledetto Cartesio) ed anzi cominciamo a capire che senza un uso intelligente e consapevole delle emozioni siamo condannati alla stupidità esistenziale e materiale.
    Sto divagando.
    Un concetto fondamentale del libro è che, per una serie di motivi, siamo enormemente più sensibili agli errori commessi dagli altri che non ai propri.
    Mi è venuto voglia di parlartene dopo aver letto della tua giustissima (non sai quanto ci sono in mezzo io con due figli adolescenti) osservazione sui 15enni che peraltro tocca un altro tema che solo oggi cominciamo a capire e cioè come alcuni comportamenti adolescenziali che ci fanno impazzire siano in realtà motivati evoluzionisticamente.
    Sto divagando di nuovo.
    Insomma parli di questi adolescenti senza bussola ne sestante, ma di noi di mezza età che procediamo per abbrivio con una vaga illusione che certe cose poi, un giorno, le cambiamo cosa pensi ? E di questa debolezza individuale che si moltiplica per 50 milioni determinando un paese in cui ci si impoverisce in tutti i sensi del termine solo brontolando impotentemente pensi ci sia un collegamento ?
    Vabbè ho raggiunto il mio Attention Deficit disorder limit.
    Ciao, Bob

    1. No Bob non mi dispiace. Si ho iniziato scrivendo per me, ossia nel senso che non mi importava di scrivere per catturare lettori o fan, in un periodo particolare. Ora scrivo per me solo perché a volte mi vengono in mente dei pensieri o delle riflessioni che non vorrei perdere. Ed ora mi é più immediato “zippettare” con le dita su un tablet, quando sono in metro o in giro, piuttosto che tenere un diario old style…..

      Grazie per i tuoi suggerimenti, approfondirò.

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