Muri e divieti

Ancora un divieto

Da quando abbiamo un cane in famiglia, ho il pretesto per vincere la pigrizia ed uscire di più. La distensione di queste uscite mi permette di osservare altri aspetti e rifletterci su. In questi giorni noto di più i segnali delle intolleranze sempre più cieche della società che abbiamo costruito.
Parto di nuovo dal cane, ma non per farne una crociata.
Oggi sono stato a Montelupone con l’idea di fare una passeggiata lungo il belvedere del paese dove mi sono sposato. Ho parcheggiato davanti ad un’area verde subito fuori le mura. Non andavo a Montelupone da un po’ e per me è stata una novità bella, attrezzata sia con giochi per i bambini, che con attrezzi per praticare il fitness. Erano passate da poco le nove e non c’era nessuno. Ci avviciniamo, ed ecco un perentorio cartello di divieto di accesso ai cani, alle biciclette ed ai motorini. Ma perché questi divieti?
Lasciamo perdere il divieto del cane. L’ho  già affrontato nel precedente articolo e, come ho spiegato e documentato, lo hanno trattato in abbondanza anche i TAR.
Ma il divieto di accesso a biciclette e motorini?

Biciclette vietate

Penso ad un bambino attorno ai 4-5 anni, dove dovrebbe andare in bicicletta secondo il Comune? Nelle strade strette del paese in mezzo alle macchine? Oppure, visto che il paese è su una collina a 272 metri sul livello del mare, devono usare la macchina per scendere a valle. Verso la ciclabile di Recanati?

Forse a Montelupone non ci sono bambini che vanno in bicicletta e allora il Comune ha pensato bene di vietare l’ingresso in bicicletta ai grandi, ma per evitare cosa? Che qualcuno si faccia male? Temo sia questo lo scopo e quindi anche il sintomo del nostro degrado.

Si perché se un adulto è, come dire, così idiota, da entrare in un parco in bicicletta correndo all’impazzata, falciando i presenti, è un caso isolato. Se invece a Montelupone gli adulti non vedono l’ora di inforcare una bicicletta per andare a falciare le persone al parco, allora capisco la preoccupazione del Comune.
Ma in questo caso il divieto serve solo al Comune per lavarsi le mani del problema e poter dire “noi l’avevamo capito e lo abbiamo vietato”.

Però non penso che sia questo il motivo. E allora perché?

Vicino a casa mia a Roma c’è un parco molto grande, si chiama Villa Ada. Quando ero piccolo, ma anche adesso, era sempre frequentato da bambini in bicicletta. Però un divieto c’era e fin da quando avevo 13 anni l’ho rispettato. Era nell’area dove c’erano i giochi per i bambini e c’era scritto: “divieto di accesso in bicicletta ai maggiori di 12 anni”. Quindi dai 13 anni se avevi la bicicletta e passavi lì scendevi e la portavi a mano.

A Montelupone sono stati un po’ più drastici le bici non entrano. Chissà se sanno che ora ci sono anche i monopattini, gli hoverboard, gli skateboard? Questi entrano? Si deve fare una nuova seduta comunale per adeguare l’ormai antico divieto?

Scooter vietati

Però con il divieto agli scooter si sono superati. L’area è bella e si sviluppa in discesa tra pendii e terrazzamenti, non è un giardinetto, ma non è paragonabile neanche ai giardini che sono di lato a Piazza Crati a Roma. Ora vorrei conoscere quella persona che con il motorino si mette in testa di entrare nel pacchetto di Montelupone!

Confesso, più per curiosità che per amore di trasgressione, io sono entrato nel parco con il cane (al guinzaglio) e a piedi, comprese le annusate del cane che non l’ha degnato nemmeno di una pipì, ci abbiamo messo 6 minuti (runkeeper docet). Che caspita ci va a fare uno con il motorino in mezzo a stradine contorte con brecciolino

Comunque siamo usciti e abbiamo fatto due passi nel paese. Io riflettevo: “Non c’è una villa a Roma dove io abbia mai visto un motorino. Ma a pensarci bene a Villa Ada (che sono 160 ettari di parco dentro Roma) il divieto per i motorini da un po’ d’anni c’è.

Non so che dire. Ma voglio essere costruttivo, nei limiti della mia ignoranza in materia di regolamenti comunali, non sarebbe meglio un cartello con su scritto “le persone con più di dodici anni devono accedere al parco a piedi”?

Forse hanno ragione loro a vietare in questo modo, ma a me sembra strano e stonato”. Ripensandoci bene, una società che necessita di esporre tanti divieti, è sintomo dell’inciviltà di chi ci vive.
Si perché certi comportamenti dovrebbero essere governati dalla civiltà, dall’etica e dal buonsenso delle singole persone.
Quando servono i divieti, significa che il buonsenso non c’è e che le persone devono avere una coercizione per regolare il modo di stare insieme.

Insieme, é una parola usata più per nascondersi dietro il gruppo che per costruire e far crescere il gruppo.

Il muro

Facevo queste riflessioni uscendo dal paese per tornare alla macchina e mi sono imbattuto in una statua, se così sì puó  chiamare, intitolata “il muro” e dall’aspetto ambiguo. Perché non ho capito se era a simbolo di un muro da superare, da abbattere, oppure se rappresenta il muro che vogliamo eirgere per sentirci al sicuro e nasconderci dalle diversità e dal confronto con gli altri. Chissà come la interpretano i politici di Montelupone.

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