So che è normale, normale nel senso statistico, ossia che la maggior parte delle persone si comportano cosí.
Ma a me sembra sempre strano ed eccessivo l’attegiamento delle persone rispetto a me. O meglio rispetto ad un malato di tumore. “Abbiamo passato due giorni terribili”, “ci hai fatto preoccupare” e così via. Sono considerazioni lontanissime da come mi sento io.
Forse perchè dopo l’operazione mi sento “riparato” e la possibilità di una recidiva mi sembra un evento che non può capitare a me. Oppure perchè la gravità di questa malattia nasconde sempra la possibilità di morire e questo fa paura mentre io la considero una cosa predestinata. Si penso che il mio atteggiamento verso la morte sia molto di aiuto per il mio morale.
La morte per me è praticamente l’unica certezza che abbiamo, l’altra certezza è che siamo nati, ma questo riguarda il passato, mentre la morte è certamente nel nostro futuro. E questa certezza per me è la sicurezza che sarà un momento di transizione, quindi mi incuriosisce e non mi spaventa.
Con questo non voglio dire che non vedo l’ora di morire, anzi sento di poter vivere questo perido di lughezza ignota con il massimo della curiosità e della serenità anche perchè la vita per quanto difficile e ricca di momenti dolorosi prima o poi terminerà. Di contro per tutti i momenti belli e le gioie che ci sono vale la pena di viverla.
Non mi preoccupa molto nemmeno quello che ci sarà dopo la morte. Io penso che ci sarà un qualcosa e quindi mi assaporo questa vita in attesa di assaporarmi il qualcosa che verrà.
Intanto mi gusto le piccole cose. Ieri è entrata in casa una rondine. La porta era aperta e noi stavamo prendendo le ultime cose e facendo ordine tra le nostre idee prima di uscire per andare al mare. E’ stato un attimo: la rondine è entrata dalla porta, si è messa a volare elegantemente nel salone, ho fatto appena in tempo a riconoscerla ed essere in ansia per come farla uscire senza farle male e lei ha infilato di nuovo la porta con disinvoltura uscendo verso i campi.
Un momento piacevole come una visita inattesa, breve ma intensa, di un amico di lunga data: poche parole, brevi saluti e una senzazione di tenerezza e felicità che restano per un bel pò di tempo e per sempre nei ricordi.
So che è normale, normale nel senso statistico, ossia che la maggior parte delle persone si comportano cosí.
Ma a me sembra sempre strano ed eccessivo l’attegiamento delle persone rispetto a me. O meglio rispetto ad un malato di tumore. “Abbiamo passato due giorni terribili”, “ci hai fatto preoccupare” e così via. Sono considerazioni lontanissime da come mi sento io.
Forse perchè dopo l’operazione mi sento “riparato” e la possibilità di una recidiva mi sembra un evento che non può capitare a me. Oppure perchè la gravità di questa malattia nasconde sempra la possibilità di morire e questo fa paura mentre io la considero una cosa predestinata. Si penso che il mio atteggiamento verso la morte sia molto di aiuto per il mio morale.
La morte per me è praticamente l’unica certezza che abbiamo, l’altra certezza è che siamo nati, ma questo riguarda il passato, mentre la morte è certamente nel nostro futuro. E questa certezza per me è la sicurezza che sarà un momento di transizione, quindi mi incuriosisce e non mi spaventa.
Con questo non voglio dire che non vedo l’ora di morire, anzi sento di poter vivere questo perido di lughezza ignota con il massimo della curiosità e della serenità anche perchè la vita per quanto difficile e ricca di momenti dolorosi prima o poi terminerà. Di contro per tutti i momenti belli e le gioie che ci sono vale la pena di viverla.
Non mi preoccupa molto nemmeno quello che ci sarà dopo la morte. Io penso che ci sarà un qualcosa e quindi mi assaporo questa vita in attesa di assaporarmi il qualcosa che verrà.
Intanto mi gusto le piccole cose. Ieri è entrata in casa una rondine. La porta era aperta e noi stavamo prendendo le ultime cose e facendo ordine tra le nostre idee prima di uscire per andare al mare. E’ stato un attimo: la rondine è entrata dalla porta, si è messa a volare elegantemente nel salone, ho fatto appena in tempo a riconoscerla ed essere in ansia per come farla uscire senza farle male e lei ha infilato di nuovo la porta con disinvoltura uscendo verso i campi.
Un momento piacevole come una visita inattesa, breve ma intensa, di un amico di lunga data: poche parole, brevi saluti e una senzazione di tenerezza e felicità che restano per un bel pò di tempo e per sempre nei ricordi.