Mi sono stufato di sentirmi fiacco e senza forze, quindi ho deciso di riprendere le passeggiate mattutine e di non attendere di sentirmi in forma.
Oggi alle 7:00 visto che ero sveglio da un pò sono uscito e qui, nelle Marche, dove passo parte del ciclo di terapia, trovo subito la campagna. Con il fresco della mattina ed un sole per niente fastidioso, sono riuscito a fare quattro km per le strade tra i campi.
Durante la passeggiata ho fatto incontri impossibili per la vita di Roma. Prima un serpente mi ha attraversato la strada; era piccolo di circa 30 centimetri con una testa bianca e nera ed il corpo scuro ed affusolato. Si muoveva a zig-zag con la testa alta un pò inclinata verso di me per ossevarmi. Sembrava impaurito e che volesse controllare i miei movimenti mentre rapido sull’asfalto si precipitava a nascondersi nell’erba alta al bordo della strada.
Poco dopo l’asfalto è finito e la strada è diventata sterrata, sulla destra un campo di griasoli oramai secchi e senza petali, a destra erba alta di un campo incolto con qualche albero d’ulivo e dei fichi. Improvvisamente facendo un chiasso assordante si sono alzati in volo, scappando, due uccelli scuri e grandi come polli. Non so cosa fossero, forse fagiani, ma questa volta mi sono preso un bello spavento.
Ma l’incontro più bello è stato l’ultimo. Un campo in discesa sul fianco di una collina, arato da poco, era costeggiato da una fitta boscaglia di quercie e sottobosco. Dall’alto della collina lungo il confine tra il campo ed il bosco è corsa giù di fretta, anche lei guardandomi per misurare la mia perocolosità, una volpe. La coda lunga quanto il corpo rosso fulvo, il muso appuntito, sveglio. E’ scesa giù verso di me, si è fermata a circa 100 metri e mi ha guardato a lungo. Io continuavo a camminare con lo stesso incedere guardandola, avrà pensato che non mi interessava, ma che non era prudente cercare ulteriori verifiche ed è sparita nel sottobosco.
A casa, dopo colazione sono crollato nella solita sensazione di affaticamento, ma intanto me la sono goduta, domani riprovo.
Dov’è la saggezza
che abbiamo perso in conoscenza?
Dov’è la conoscenza
che abbiamo perso in informazione?
(T.S. Eliot, 1934)
Mi sono stufato di sentirmi fiacco e senza forze, quindi ho deciso di riprendere le passeggiate mattutine e di non attendere di sentirmi in forma.
Oggi alle 7:00 visto che ero sveglio da un pò sono uscito e qui, nelle Marche, dove passo parte del ciclo di terapia, trovo subito la campagna. Con il fresco della mattina ed un sole per niente fastidioso, sono riuscito a fare quattro km per le strade tra i campi.
Durante la passeggiata ho fatto incontri impossibili per la vita di Roma. Prima un serpente mi ha attraversato la strada; era piccolo di circa 30 centimetri con una testa bianca e nera ed il corpo scuro ed affusolato. Si muoveva a zig-zag con la testa alta un pò inclinata verso di me per ossevarmi. Sembrava impaurito e che volesse controllare i miei movimenti mentre rapido sull’asfalto si precipitava a nascondersi nell’erba alta al bordo della strada.
Poco dopo l’asfalto è finito e la strada è diventata sterrata, sulla destra un campo di griasoli oramai secchi e senza petali, a destra erba alta di un campo incolto con qualche albero d’ulivo e dei fichi. Improvvisamente facendo un chiasso assordante si sono alzati in volo, scappando, due uccelli scuri e grandi come polli. Non so cosa fossero, forse fagiani, ma questa volta mi sono preso un bello spavento.
Ma l’incontro più bello è stato l’ultimo. Un campo in discesa sul fianco di una collina, arato da poco, era costeggiato da una fitta boscaglia di quercie e sottobosco. Dall’alto della collina lungo il confine tra il campo ed il bosco è corsa giù di fretta, anche lei guardandomi per misurare la mia perocolosità, una volpe. La coda lunga quanto il corpo rosso fulvo, il muso appuntito, sveglio. E’ scesa giù verso di me, si è fermata a circa 100 metri e mi ha guardato a lungo. Io continuavo a camminare con lo stesso incedere guardandola, avrà pensato che non mi interessava, ma che non era prudente cercare ulteriori verifiche ed è sparita nel sottobosco.
A casa, dopo colazione sono crollato nella solita sensazione di affaticamento, ma intanto me la sono goduta, domani riprovo.
Dov’è la saggezza
che abbiamo perso in conoscenza?
Dov’è la conoscenza
che abbiamo perso in informazione?
(T.S. Eliot, 1934)