È da tanto che non frequento i programmi televisivi di approfondimento e quindi sono spesso disinformato sulle dichiarazioni di tizio o la scenata che ha fatto caio nello studio. Ed anche la partecipazione di un’esponente del movimento cinque stelle ad una di queste trasmissioni con i conseguenti anatemi del leader (si definisce cosí?) del movimento mi avevano sfiorato.
Sfiorato è il termine giusto perché ne ero venuto a conoscenza in metropolitana grazie ad una lettura furtiva (lo confesso) di uno di quei giornali distribuiti gratuitamente. È il termine giusto perché oltre ad aver capito che al leader non era andata a genio non avevo capito, né voluto capire, altro.
Ma stasera ho letto, su questa pagina del sito di Repubblica.it, l’articolo di Elena Stancanelli dal titolo Il punto G è bipartisan. La giornalista, rivolgendosi alla consigliera bolognese Federica Salsi, in sintesi le dice: non é proprio carino presentarsi con uno schieramento che ha certe regole, farsi eleggere e poi non seguirle.
Andando oltre la discussione se sia opportuno o meno andare in televisione, mi trovo pienamente d’accordo sul principo: se decidi di giocare a pallacanestro non devi toccare il pallone con i piedi, se a te piace usare i piedi forse il calcio ti si addice di più. Il vezzo, o più propriamente vizio, molto italico di non rispettare le regole perché per me non sono giuste, dobbiamo abbandonarlo in favore di un esercizio della democrazia più diretto e costruttivo: agire per cambiare le regole che non si ritengono giuste mentre si rispettano. Per fare un esempio: firmiamo la petizione per l’abolizione del canone RAI, ma finché esiste si paga.
E suggerisco anche a Massimo Gramellini la lettura del pezzo di Elena Stancanelli. Anche io, come lui ha detto stasera nella trasmissione Che tempo che fa, avevo trovato di cattivo gusto e maschilista il commento sul punto G. Ma la signora Stancanelli mi ha fatto capire che non è una questione di maschilismo, ma di coerenza:
[…] Cara Federica, in Italia siamo campioni mondiali di maschilismo. Ma nel suo caso specifico le ricordo che il Punto G, a cui fa riferimento il suo leader nella reprimenda, ce l’hanno (o dovrebbero averlo, perché la sua esistenza non è scientificamente dimostrata) anche gli uomini. E anche gli orgasmi, qualunque ne sia la causa, sono una cosa bipartisan, come lei saprà.
Quindi si indigni, cara Federica, se lo desidera, ma not in my name.
È da tanto che non frequento i programmi televisivi di approfondimento e quindi sono spesso disinformato sulle dichiarazioni di tizio o la scenata che ha fatto caio nello studio. Ed anche la partecipazione di un’esponente del movimento cinque stelle ad una di queste trasmissioni con i conseguenti anatemi del leader (si definisce cosí?) del movimento mi avevano sfiorato.
Sfiorato è il termine giusto perché ne ero venuto a conoscenza in metropolitana grazie ad una lettura furtiva (lo confesso) di uno di quei giornali distribuiti gratuitamente. È il termine giusto perché oltre ad aver capito che al leader non era andata a genio non avevo capito, né voluto capire, altro.
Ma stasera ho letto, su questa pagina del sito di Repubblica.it, l’articolo di Elena Stancanelli dal titolo Il punto G è bipartisan. La giornalista, rivolgendosi alla consigliera bolognese Federica Salsi, in sintesi le dice: non é proprio carino presentarsi con uno schieramento che ha certe regole, farsi eleggere e poi non seguirle.
Andando oltre la discussione se sia opportuno o meno andare in televisione, mi trovo pienamente d’accordo sul principo: se decidi di giocare a pallacanestro non devi toccare il pallone con i piedi, se a te piace usare i piedi forse il calcio ti si addice di più. Il vezzo, o più propriamente vizio, molto italico di non rispettare le regole perché per me non sono giuste, dobbiamo abbandonarlo in favore di un esercizio della democrazia più diretto e costruttivo: agire per cambiare le regole che non si ritengono giuste mentre si rispettano. Per fare un esempio: firmiamo la petizione per l’abolizione del canone RAI, ma finché esiste si paga.
E suggerisco anche a Massimo Gramellini la lettura del pezzo di Elena Stancanelli. Anche io, come lui ha detto stasera nella trasmissione Che tempo che fa, avevo trovato di cattivo gusto e maschilista il commento sul punto G. Ma la signora Stancanelli mi ha fatto capire che non è una questione di maschilismo, ma di coerenza:
[…] Cara Federica, in Italia siamo campioni mondiali di maschilismo. Ma nel suo caso specifico le ricordo che il Punto G, a cui fa riferimento il suo leader nella reprimenda, ce l’hanno (o dovrebbero averlo, perché la sua esistenza non è scientificamente dimostrata) anche gli uomini. E anche gli orgasmi, qualunque ne sia la causa, sono una cosa bipartisan, come lei saprà.
Quindi si indigni, cara Federica, se lo desidera, ma not in my name.