Leggo su Wikipedia che “Il tapis roulant (detto anche marciapiede mobile) è un dispositivo che permette il trasporto di persone similmente alla scala mobile, anche se a differenza di quest’ultima è dotato di una superficie piatta. Si tratta di un’applicazione del principio di nastro trasportatore. […] A livello sportivo, l’applicazione più diffusa è l’ergometro o una sua forma semplificata che permette di eseguire gli esercizi di jogging anche in appartamento e in palestra.“
I primi del secolo scorso una cosa aveva valore per quanto era utile o per quanto durava o per quanto era bella. Nel passare del tempo, con l’aumentare del benessere, il valore delle cose è misurato sempre di più sulla base di quanto, il possedere o l’indossare la cosa, ci faccia passare una sensaione di inadeguatezza e di inferiorità.
Quindi il concetto valore è cambiato in due modi: da una parte come misura della capacità di sopperire ad una mancanza invece che apportare un’aggiunta; dall’altra non è più stabile nel tempo. Infatti se il possedere un’oggetto ci rende felici, dopo qualche mese (settimana, giorno?) il possesso di quell’ogetto non incide più sulla nostra felicità.
Inutile dire che da una settimana sto facendo 45 minuti di tapis roulant i palestra per ristabilirmi e che questo pensiero mi è venuto mentre mi aggiravo nei tunnel della metro, indovinate trasportato da cosa?
Leggo su Wikipedia che “Il tapis roulant (detto anche marciapiede mobile) è un dispositivo che permette il trasporto di persone similmente alla scala mobile, anche se a differenza di quest’ultima è dotato di una superficie piatta. Si tratta di un’applicazione del principio di nastro trasportatore. […] A livello sportivo, l’applicazione più diffusa è l’ergometro o una sua forma semplificata che permette di eseguire gli esercizi di jogging anche in appartamento e in palestra.“
I primi del secolo scorso una cosa aveva valore per quanto era utile o per quanto durava o per quanto era bella. Nel passare del tempo, con l’aumentare del benessere, il valore delle cose è misurato sempre di più sulla base di quanto, il possedere o l’indossare la cosa, ci faccia passare una sensaione di inadeguatezza e di inferiorità.
Quindi il concetto valore è cambiato in due modi: da una parte come misura della capacità di sopperire ad una mancanza invece che apportare un’aggiunta; dall’altra non è più stabile nel tempo. Infatti se il possedere un’oggetto ci rende felici, dopo qualche mese (settimana, giorno?) il possesso di quell’ogetto non incide più sulla nostra felicità.
Inutile dire che da una settimana sto facendo 45 minuti di tapis roulant i palestra per ristabilirmi e che questo pensiero mi è venuto mentre mi aggiravo nei tunnel della metro, indovinate trasportato da cosa?
A novembre 2011 inizio una lunga preparazione che mi deve portare a correre decentemente la Maratona di Roma 2013. L’esperienza del 2010 era stata devastante: crampi, lunghe soste, e arrivo dopo 4 ore e 15 minuti. La Maratona di Roma si corre a Marzo, e gli allenamenti cosidetti ‘lunghissimi’ (più di 30km di corsa) si effettuano da due mesi ad un mese prima della gara. A inizio Febbraio sono spedito per lavoro a Seoul, temperatura esterna -10°C, strade trafficate senza marciapiedi trasformate in piste da pattinaggio su ghiaccio. La domenica ho l’allenamento clou, ovvero un lunghissimo di 37 km. Saltarlo rischia di compromettere 3 mesi di preparazione. E allora? Tappeto. Tapis Roulant. Treadmill. A Seoul ho corso per 37 km sul Tappeto. 3 ore. Mi chiedo ancora come abbia fatto. Però non ho pagato, o meglio ha pagato la mia azienda con il conto dell’albergo, essendo l’accesso alla palestra compreso nel pernottamento. Esperienza da non ripetere.
Anche questo è un segno dei tempi….
Il Tapis Roulant si inserisce tra le increspature create dalla frenesia e velocità della vita moderna (sembra la pubblicità del Cynar!)