Perché quando avevo 5 anni un’ora era un’eternitá e a 50 anni dura il tempo di uno starnuto? A Giugno la fine delle scuole segnava l’inizio di un’eternitá di giochi, corse, vacanze. Ora si vedono i primi addobbi di Natale e mi sembra ieri che avevo tolto il piumone dal letto.
Mi vengono in mente le frasi del tipo “com’è cresciuto, il tempo vola!”, “ma da quanto non ci vediamo? Tre anni, possibile? Sembra ieri”. Le ho pronunciate anch’io e non l’ho mai sentite da ragazzi che dichiarano l’etá che inizia con uno. Sono frasi da vecchi. Ma perché che succede? Penso di averlo scoperto. O lo spero.
A cinque anni ogni incontro, fatto o evento è quello che ci appare e basta. Il tempo lo passiamo ad osservare attentamente ogni cosa e persona per capire, per conoscere. Usiamo tutto il tempo per quello che accade in quel momento. Una gara di velocitá con i cartoni giù per una scarpata, si ripete dieci, venti volte e non é mai uguale alla precedente. Di fronte ad una persona i bambini sono interessati, l’unico tentennamento è nel decidere se far prevalere la curiositá o la timidezza.
Da adulti le cose che abbiamo fatto sono ricordi, belli e brutti. Alcuni ci segnano, altri vengono rapidamente nascosti nei rifugi della mente o svaniscono senza lasciare alcuna memoria. Altri si trasformano in rimorsi e si accumulano, tutti formano il bagaglio che ci portiamo appresso ogni giorno e che ogni giorno cresce. È il bagaglio delle esperienze che ci fa affrontare i nuovi momenti con capacità diversa. ;
Quando incontriamo una persona o siamo in una situazione nuova, ora la leggiamo e la interpretiamo con il filtro delle esperienze nel nostro bagaglio.
Ed ecco la differenza. Il tempo adesso per un bambino è quello che è. Viene vissuto tutto senza occuparlo con altro. Un adulto passa una parte del suo tempo adesso a frugare nel suo bagaglio per cercare tra le sue esperienze quelle che lo aiuteranno ad affrontare quell’adesso. E il bagaglio cresce e non sempre sono le esperienze positive a riempirlo, ma rimorsi e paure ne occupano una gran parte. Il tempo ora vola perché è occupato dal tempo passato, i bambini non hanno tempo passato, quindi a loro non vola il tempo.
Invecchiamo quando ci trasciniamo questo bagaglio e lasciamo che si mangi il nostro tempo, che lo restringa consumandolo con tentennamenti e diffidenze, senza permetterci di viverlo. I vecchi parlano spesso dei loro ricordi, di quello che hanno fatto e di come erano i loro tempi. Passano il loro tempo di adesso a riempirlo con i tempi passati o con l’ansia ed il timore del dopo. E non hanno piú un adesso.
Penso a quando andavo in ufficio in macchina. Due ore al giorno, passate a cercare di sbrigarmi o pensando a quello che avrei fatto in ufficio o quello che dovevo fare a casa, ma senza concludere nulla. Al massimo qualche telefonata, qualche call, ma rare le volte in cui quelle due ore non erano un pugno di minuti scivolati via senza lasciar nessun segno. Adesso prendo i mezzi e ci metto circa lo stesso tempo. Ma vedo le persone, leggo le loro espressioni, sento i discorsi. Sembra un viaggio che non finisce mai. ;
Ho deciso che non diventerò vecchio. Il mio corpo si certo, ma io in questo senso no. Mi voglio riprendere tutta la durata del tempo per intero, il mio bagaglio contiene le cose che mi hanno fatto diventare (piú o meno) adulto, ma non permetterò più al suo contenuto di invadere il mio tempo. ;
Perché quando avevo 5 anni un’ora era un’eternitá e a 50 anni dura il tempo di uno starnuto? A Giugno la fine delle scuole segnava l’inizio di un’eternitá di giochi, corse, vacanze. Ora si vedono i primi addobbi di Natale e mi sembra ieri che avevo tolto il piumone dal letto.
Mi vengono in mente le frasi del tipo “com’è cresciuto, il tempo vola!”, “ma da quanto non ci vediamo? Tre anni, possibile? Sembra ieri”. Le ho pronunciate anch’io e non l’ho mai sentite da ragazzi che dichiarano l’etá che inizia con uno. Sono frasi da vecchi. Ma perché che succede? Penso di averlo scoperto. O lo spero.
A cinque anni ogni incontro, fatto o evento è quello che ci appare e basta. Il tempo lo passiamo ad osservare attentamente ogni cosa e persona per capire, per conoscere. Usiamo tutto il tempo per quello che accade in quel momento. Una gara di velocitá con i cartoni giù per una scarpata, si ripete dieci, venti volte e non é mai uguale alla precedente. Di fronte ad una persona i bambini sono interessati, l’unico tentennamento è nel decidere se far prevalere la curiositá o la timidezza.
Da adulti le cose che abbiamo fatto sono ricordi, belli e brutti. Alcuni ci segnano, altri vengono rapidamente nascosti nei rifugi della mente o svaniscono senza lasciare alcuna memoria. Altri si trasformano in rimorsi e si accumulano, tutti formano il bagaglio che ci portiamo appresso ogni giorno e che ogni giorno cresce. È il bagaglio delle esperienze che ci fa affrontare i nuovi momenti con capacità diversa. ;
Quando incontriamo una persona o siamo in una situazione nuova, ora la leggiamo e la interpretiamo con il filtro delle esperienze nel nostro bagaglio.
Ed ecco la differenza. Il tempo adesso per un bambino è quello che è. Viene vissuto tutto senza occuparlo con altro. Un adulto passa una parte del suo tempo adesso a frugare nel suo bagaglio per cercare tra le sue esperienze quelle che lo aiuteranno ad affrontare quell’adesso. E il bagaglio cresce e non sempre sono le esperienze positive a riempirlo, ma rimorsi e paure ne occupano una gran parte. Il tempo ora vola perché è occupato dal tempo passato, i bambini non hanno tempo passato, quindi a loro non vola il tempo.
Invecchiamo quando ci trasciniamo questo bagaglio e lasciamo che si mangi il nostro tempo, che lo restringa consumandolo con tentennamenti e diffidenze, senza permetterci di viverlo. I vecchi parlano spesso dei loro ricordi, di quello che hanno fatto e di come erano i loro tempi. Passano il loro tempo di adesso a riempirlo con i tempi passati o con l’ansia ed il timore del dopo. E non hanno piú un adesso.
Penso a quando andavo in ufficio in macchina. Due ore al giorno, passate a cercare di sbrigarmi o pensando a quello che avrei fatto in ufficio o quello che dovevo fare a casa, ma senza concludere nulla. Al massimo qualche telefonata, qualche call, ma rare le volte in cui quelle due ore non erano un pugno di minuti scivolati via senza lasciar nessun segno. Adesso prendo i mezzi e ci metto circa lo stesso tempo. Ma vedo le persone, leggo le loro espressioni, sento i discorsi. Sembra un viaggio che non finisce mai. ;
Ho deciso che non diventerò vecchio. Il mio corpo si certo, ma io in questo senso no. Mi voglio riprendere tutta la durata del tempo per intero, il mio bagaglio contiene le cose che mi hanno fatto diventare (piú o meno) adulto, ma non permetterò più al suo contenuto di invadere il mio tempo. ;