Noi abbiamo ragione e loro torto.
Noi, del nord, lavoriamo e loro, terroni, campano con la mafia.
Noi, del nostro partito, sappiamo cosa fare per l’Italia e loro, vogliono distruggerla.
Noi, del nostro circolo, sappiamo cosa deve fare il partito e loro, vogliono svendere il partito.
Noi, che non abbiamo i balconi, non dobbiamo pagare i lavori e loro, che hanno i balconi devono metterli a posto.
Noi, della nostra squadra, siamo dei campioni e loro, vincono perché comprano gli arbitri.
Noi che siamo il popolo, soffriamo la crisi e loro che sono i politici, che fanno?
Noi e loro.
La nostra società (o forse solo la società Italiana?), ci fa sentire sicuri e nella ragione solo quando apparteniamo ad un noi che esiste perché è contro un loro ben identificato. Abbiamo perso del tutto la capacità di mostrare la forza delle nostre ragìoni e delle nostre idee. Da soli, non sappiamo che fare, non abbiamo idee. O forse abbiamo paura di averne.
Una cosa sola é certa: finché in questo paese si continuerà a cercare un loro a cui attribuire le colpe e su cui costruire le nostre idee, noi non saremo nulla per quello che siamo e pensiamo.
Basterá un noi piú grande (la Cina?) che ci veda come un loro e saremo senza scampo.
Penso che quando daremo risposta al kennediano (lo so non é bello, ma rende) pensiero “Io che devo fare? Che voglio fare?” Diventeremo di nuovo protagonisti e non delusi spettatori delle nostre esistenze.
We are right and them wrong.
We, in the north, we are working and their, terroni, survive thanks to the mafia.
We, in our party, we know what to do for Italy and them, want to destroy it.
We, in our circle, we know what we must do the for party and their, they want to sell off the party.
We, that we do not have balconies, we don’t have to pay the work and them, that have balconies must found for proper mainteinance.
We, on our team, we are the champions and their, win because they buy the football referee.
We, who are the people, are suffering from the crisis and that they are politicians, what they do?
We and them.
Our society (or perhaps only the Italian society? ), makes us feel safe and in reason, only when we belong to an us that exists because it is against a their well identified. We have lost all of the ability to show the strength of our reasons and our ideas. Alone, we do not know what to do, we have no ideas. Or perhaps we are afraid to have them.
Only one thing is certain: as long as you see in this country will continue to look for a their to blame and to be used to build our ideas, we will be nothing to what we are and we think.
It is sufficient to an us more great (the China’) that we see as a their and we will be without escape.
I think that when we give response to the kennedian thought ‘What I have to do? What i want to do.‘ We will become the new protagonists and not disappointed spectators of our lives.